Siamo giunti al nostro terzo appuntamento sull’approfondimento dei principi etici dello Yoga (Yama e Niyama) per genitori, ovvero le mie riflessioni sui comportamenti – basati in particolare sui primi due rami dello Yoga di Patanjali – che mamme e papà (ma non solo!) dovrebbero assumere nella società di oggi per essere felici e soprattutto crescere bimbi felici.
Abbiamo iniziato accennando agli otto rami dello Yoga di Patanjali e approfondendo Ahimsa, la non-violenza per poi passare a Satya, la verità. E oggi condividerò le mie riflessioni su Asteya, il non rubare.
Grande fonte di ispirazione per questo post è stato il libro ‘’The Yamas & Niyamas’’ di Deborah Adele – un fantastico libro che consiglio di leggere per approfondire i principi etici dello Yoga da una nuova ed illuminante prospettiva.
Il concetto di Asteya, il ‘’non rubare’’, in questo contesto va ben oltre il semplice non appropriarsi delle cose altrui ma ci invita a riflettere su quanto stiamo vivendo la nostra esistenza nell’integrità e nell’onestà, su quanto riusciamo a rimanere fedeli alla nostra parte più profonda ed autentica, vivendo così una vita che ci rispecchia. Se invece – anche se per solo qualche aspetto – viviamo mettendo maschere che non ci appartengono e non seguiamo le nostre aspirazioni più vere e profonde, se scegliamo la paura al posto del coraggio, se decidiamo di mentire (a noi stessi e agli altri), allora rivolgiamo lo sguardo al di fuori di noi, e – spesso con una buona dose di lamentela, gelosia ed avidità – rubiamo inconsciamente in diversi ambiti: rubiamo agli altri, alla Terra, al futuro, a noi stessi.
Quante volte ci è capitato di incontrare un amico che con entusiasmo ci annuncia di aver scelto la destinazione per la sua prossima vacanza? E quante volte abbiamo ribadito ‘’oh, anche io sono stato li l’anno scorso e…’’ oppure ‘’bello! E sai io che invece andrò…’’. Ecco in quel momento ci siamo appropriati della gioia del nostro amico (che stava raccontando di sé) e abbiamo spostato i riflettori su di noi.
Facciamo in continuazione la stessa cosa con il successo degli altri o addirittura il loro dolore. Quando, ad esempio, un amico ci racconta di avere appena perso una persona cara, noi magari raccontiamo della nostra esperienza ma così facendo riportiamo l’attenzione su di noi, togliendo alla persona che si stava aprendo con noi il piacere di essere ascoltato.
Troppo spesso priviamo gli altri delle attenzioni, dell’ascolto e del supporto che invece meritano. E questo – purtroppo – accade anche spesso con i figli. Accade sovente che siamo troppo presi dal nostro lavoro, dai nostri pensieri, dai nostri impegni, dai nostri cellulari per poter stare davverocon i nostri piccoli, ascoltarli realmente, giocare con presenza insieme a loro, condividere un pasto con consapevolezza insieme a loro, gustandoci la magia di momento presente, unico e irripetibile. Abbiamo vite stracolme di impegni, di appuntamenti, di pensieri, di preoccupazioni…ma non dovremmo mai sacrificare le attenzioni per i nostri figli. Non sto parlando della quantità di tempo, ma della qualitàdel tempo che trascorriamo con loro. Se riusciamo genuinamente a vivere nell’integrità con noi stessi, nel momento presente, con profonda consapevolezza ed attenzione, difficilmente priveremo i nostri figli (e tutti coloro che richiedono il nostro ascolto) della nostra reale presenza.
E poi, ci si dimentica costantemente di essere anime di passaggio – intenti a fare esperienza con un corpo umano – su questo pianeta meraviglioso e ci appropriamo senza alcun senso di gratitudine degli innumerevoli doni che il pianeta Terra ci dà. Sfruttiamo in modo smisurato le risorse preziosissime della nostra terra, senza renderci conto che sono davvero preziosi doni ai quali dovremmo attingere con profonda umiltà.
Così rubiamo anche al futuro – rubiamo al futuro dei nostri figli. Ci stiamo ‘’riempiendo’’ di qualsiasi cosa si possa ‘’possedere’’ ed eccediamo in ogni aspetto: dagli oggetti materiali al cibo, dai piaceri di vario genere alle risorse del nostro pianeta. Siamo esagerati in tutto, insaziabili ed incontentabili. Le risorse della Terra non sono infinite: cosa rimarrà a chi verrà dopo di noi? che esempio stiamo dando ai nostri figli?
E rubiamo infine a noi stessi. Ci priviamo dell’amore, della calma, del silenzio e della lentezza che ci meriteremmo. Ci oberiamo di impegni, parole, pensieri, giudizi e critiche nei nostri confronti, aspettative che deteriorano la nostra energia vitale. Fermiamoci ad ascoltare la nostra anima, fermiamoci a contemplare il silenzio, rallentiamo. Questo è Yoga.