I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.
Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati.
L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere.
Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo.
Questa splendida poesia di Kahlil Gibran esprime molto bene il concetto di Aparigraha, il non possedere, il quinto e ultimo Yama. Le sagge parole del poeta libanese hanno il potere di commuovermi sempre perché racchiudono una grande verità: i figli nascono attraverso di noi ma non ci appartengono (come nulla in fondo è nostro in questa vita!) e, come genitori, dovremmo fare del nostro meglio per educarli con puro amore alla libertà della vita, spronandoli ad essere se stessi, con totale fiducia nel potere dell’universo.
E questo, naturalmente, presuppone un profondo lavoro innanzitutto su noi stessi, mamme e papà. Non ci sono scuse: i primi grandi esempi dai quali i nostri figli prendono ispirazione siamo noi. Se noi sviluppiamo consapevolezza e cresciamo spiritualmente, i nostri piccoli saranno ispirati ad affrontare la vita con un approccio simile al nostro (anche se faranno magari cose diverse da noi).
Aparigraha può essere anche inteso anche come il non attaccamento, non invidia, non bramare e può così essere anche interpretato come un invito a lasciar andare. Principi molto difficili da mettere in pratica oggi, perché siamo sottoposti a costante stimolo a possedere e consumare, invitati a vivere intensamente qualsiasi esperienza e qualsiasi cosa, compreso l’amore (o quella cosa che crediamo essere tale). Quando viviamo un bel periodo di successo lavorativo, quando arrivano molti soldi, quando amiamo e siamo amati intensamente non vorremmo che tutto ciò non avesse mai fine? Ma è nella natura delle cose cambiare e comprendere questo aspetto fondamentale della vita è molto importante. Impariamo ad accettare, a lasciar fluire, a lasciare che sia, con totale fiducia nella meraviglia della vita. Anche i momenti di grande sofferenza possono insegnarci molto, anzi è proprio grazie a queste esperienze che abbiamo l’opportunità per illuminarci, di elevarci spiritualmente, di rafforzarci e apprezzare ancora più ciò che ci circonda. E ad ogni momenti di difficoltà segue poi nuovamente gioia. È come la notte alla quale segue l’alba. L’alba arriva, senza alcun dubbio.
Ovunque tu sia ora, nota come stai respirando. Allunga la schiena verso l’alto e rendi più profondo il tuo respiro. Percepisci con totale presenza e profonda attenzione ogni tua inspirazione ed ogni tua espirazione. Allunga il respiro e sorridi, chiudendo gli occhi, se ti è possibile. Lasciati andare al fluire del respiro, lascia che il respiro entri ed esca naturalmente dal tuo corpo. Osserva ciò che accade all’interno dalla tua mente. Osserva il fluire dei pensieri. Riesci a prenderne consapevolezza? Lascia fluire anche i pensieri, lasciali andare e venire, proprio come il respiro va e viene. Non fermare alcun pensiero, non giudicare alcun pensiero. Lascia fluire e riporta la tua presenza e massima consapevolezza al respiro. Mantieni il sorriso sulle labbra. Inspirando, sai che stai inspirando. Espirando, sai che stai espirando.
Lascia che accada, lascia che sia, senza alcuna attaccamento. È un illusione della mente credere di possedere qualcosa. Lascia andare, lascia fluire. Vivi nella luce e nell’amore. Non identificarti con i pensieri: sono solo un’illusione della mente. Ama e lascia che sia. I tuoi figli ti ringrazieranno.
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Aparigraha, il non possedere è il nostro quinto appuntamento sull’approfondimento dei principi etici dello Yoga (Yama e Niyama) per mamme e papà, ovvero le mie riflessioni sui comportamenti – basati in particolare sui primi due rami dello Yoga di Patanjali – che i genitori (ma non solo!) dovrebbero assumere nella società di oggi per vivere in modo presente ed attento e soprattutto crescere bambini felici e consapevoli.
Negli altri box trovate le mie riflessioni ed idee su Ahimsa (la non-violenza), Satya (la verità), Asteya (il non rubare) e Brahmacharya (il non eccedere). Buona lettura!