Continua il nostro viaggio alla scoperta dei principi etici dello Yoga (Yama e Niyama) per mamme e papà, ovvero le mie riflessioni sui comportamenti – basati in particolare sui primi due rami dello Yoga di Patanjali – che i genitori (ma non solo!) dovrebbero assumere nella società di oggi per vivere felici e soprattutto crescere bambini felici.
Dopo Ahimsa, la non-violenza, Satya, la verità e Asteya, il non rubare, oggi vi scrivo di Brahmacharya, il non eccedere.
Il termine Brahmacharya viene in realtà tradotto con continenza o astinenza sessuale. La castità assoluta, infatti, è pratica importante per poter crescere spiritualmente ed evitare così di disperdere energie attraverso l’atto sessuale. Ma è indubbiamente una via difficilmente percorribile per chi vive la quotidianità nella società moderna, soprattutto se si decide di aver famiglia.
In questo contesto, perciò, preferisco definire Brahmacharya come il ‘’non eccedere’’. Oggi si eccede in tutto: cibo, sesso, lavoro, beni materiali, alcol, intrattenimenti vari, utilizzo di svariati apparecchi elettronici. Questo può accadere anche con i figli: spesso li riempiamo eccessivamente di giocattoli, tv, ciucciotti, tablet (a età precocissime) e altri bizzarri intrattenimenti.
Tutto questo ci aliena e ci allontana dalla sacralità della vita. E dai nostri stessi figli, a volte. Letteralmente Brahmacharya significa infatti ‘’camminare insieme a Dio’’ e questo ci invita ad abbandonare il superfluo e ciò che non è davvero necessario e a vivere la vita con maggiore presenza e spiritualità, con noi stessi e i nostri bimbi.
Da un punto di vista yogico, c’è un preciso momento nel quale raggiungiamo il perfetto equilibrio. Ad esempio, con il cibo: superato il punto nel quale siamo effettivamente sazi, scendiamo verso il calo di energia e il letargo. Se invece riusciamo a mangiare lentamente, con presenza (si, possiamo tentare l’ardua impresa anche se siamo a tavola con i nostri piccoli cuccioli :)), riusciremo chiaramente a percepire il momento in cui il cibo ci ha dato tutto ciò di cui avevamo bisogno. Lo stesso vale per la tv per i bimbi, per fare un altro esempio: se permettiamo loro di guardare per una tempo ragionevole (una mezzora? un’ora?) un cartone animato o un programma adatto alla loro età non ritengo possa avere effetti irreparabili! Altro discorso è se li piazziamo davanti alla tv per un pomeriggio intero.
Siamo a questo mondo anche per gioire dei piaceri che la vita può offrire. Se il nostro piacere rimane ad un livello sano e non sfocia in dipendenza ed esagerazione, allora stiamo praticando Brahmacharya. ‘’Non eccedere’’ non significa ‘’non godere’’ ma invita a vivere il momento presente come esperienza totale e completa, con costante attenzione e profonda consapevolezza. La questione può essere poi più sottile: esageriamo forse in qualcosa per paura, sensi di colpa, frustrazione o tristezza? Riusciamo a godere del momento presente senza eccedere?
Brahmacharya è così un invito a non esagerare in nulla e a vivere ogni istante, ogni evento con totalità, presenza e gratitudine. È un po’ come vivere riconoscendo la divinità in tutto ciò che ci circonda. Siamo in grado di sperimentare la vita con tale spirito? Riusciamo a vedere – prima di tutto – la nostra parte divina? In questo modo, ogni momento sarà vissuto in pienezza. Quando viviamo nella gioia e nella gratitudine (a prescindere da ciò che ci accade) allora non sentiamo il bisogno di eccedere in nulla ma tutto ciò che abbiamo diventa fonte di appagamento. Non necessitiamo, non bramiamo ad altro. Tutto questo richiede disciplina, forza, lucidità mentale. E anche riposo (intendo la giusta dose di sonno per noi). Dunque (e qui mi riferisco in particolare alle mamme), organizziamoci per dormire abbastanza. Quando siamo riposati il mondo appare diverso: abbiamo maggiore energia, pazienza, lucidità per affrontare il viaggio meraviglioso chiamato vita.
E in particolare, come possiamo praticare Brahmacharya con i nostri bambini? Sri Daya Mata parla di disciplina amorevole per educare i figli e a tal proposito scrive: ‘’L’attuale tendenza al permissivismo deve essere invertita, e uno dei modi è dare ai figli un’educazione corretta negli anni più formativi. Bisogna insegnare loro il giusto atteggiamento morale e il comportamento giusto, non solo con le parole, ma anche con l’esempio.’’ Ai bambini infatti, possiamo raccontare tutto ciò che vogliamo, ma le loro azioni e reazioni si baseranno principalmente sul nostro comportamento. I nostri figli ci osservano (anche se non ce ne accorgiamo) e ripetono i nostri comportamenti, nel bene e nel male. Partiamo dunque innanzitutto da noi stessi, cresciamo spiritualmente, pratichiamo Brahmacharya e cerchiamo la via per migliorarci come persone, senza lamentele e critiche (né nei nostri confronti, né verso gli altri). Sarà un dono inestimabile per il futuro dei nostri piccoli.