‘’Inspirando, sono consapevole del dolore in me. Espirando, lo abbraccio con tenerezza.’’ Ripeto mentalmente facendo profondi respiri. E miracolosamente mi sento subito più lucida e amorevole. Ora si, posso riprendere ad affrontare l’accesa discussione con mia figlia Rebecca (2 anni e mezzo) su che cosa indossare oggi. Si, proprio così: urla e pianti perché le ho proposto una paio di leggings che non incontrano il suo gusto. Per fortuna la sua gemella Alice ha altre priorità. Almeno ora.
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Elogio al silenzio
Mentre Alice e Rebecca (le mie piccole gemelle di 2 anni e mezzo) sono impegnate a fare l’inventario delle nostre padelle e dei relativi coperchi (potete immaginare il baccano che fanno J), ce la metto tutta per scrivere qualche riga. ‘’Qualcuno pensa che sia infelice, ma non lo sono. Semplicemente apprezzo il silenzio in un mondo che non smette mai di parlare’’: questo post di un caro amico mi ha dato l’inspirazione per il mio prossimo scritto.
Perché meditare?
Prima di iniziare a leggere questo post, fermati un attimo. Ovunque tu sia, allunga la schiena e chiudi gli occhi. Osserva quello che sta accadendo dentro la tua testa. Lo senti il rumore?
Qui e ora. Il resto non serve.
Questo preciso istante durante il quale stai leggendo queste righe non tornerà più. Proprio così. Questo preciso momento, con questa luce, questi rumori, questo profumo nell’aria, queste emozioni nel tuo cuore non si presenterà mai più. O non lo scrivo con malinconia, ma con profonda gioia nel cuore.
Il primo insegnante di yoga non si scorda mai
Correva l’anno 1989 quando partecipavo alla mia prima lezione di yoga. Avevo 8 anni e mi trovavo in vacanza in Sardegna con mio papà. Nel villaggio turistico dove alloggiavamo proponevano lezioni di yoga e decisi di provare, finalmente!
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