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Quello che un insegnante yoga non dovrebbe mai dimenticare

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Quello che un insegnante yoga non dovrebbe mai dimenticare

Luglio 14, 2018Dicembre 28, 2021Tags insegnante yoga, spiritualità, yoga, yoga a milano, yoga autentico

Praticare yoga di questi tempi a Milano è molto in voga ed è reso ancora più facile dalla presenza di scuole diffuse ampiamente in città. Dai centri più tradizionali a quelli più innovativi, dagli stili più classici e a quelli che sfiorano la ginnastica acrobatica, dagli insegnanti con approcci più meditativi a quelli che sembrano proporre una lezione per bruciare grassi (ahimè!)– qui si trova davvero di tutto. Nascono nuove (e discutibili) forme di yoga – a volte anche mixate con altre discipline più o meno olistiche – e fortunatamente, rimangono ancora numerosi insegnanti e scuole che propongono stili di yoga classici, mantenendosi fedeli alla tradizione.

Personalmente non vedo nulla di male in questa grande crescita dello yoga: anche se spesso vengono proposti corsi che hanno poco a che fare con lo yoga autentico, penso che il praticante saprà cogliere la differenza con il tempo e ricercare ciò che risponde meglio alle sue esigenze. Finché rimane chi ricerca con sincerità e disciplina e trasmette questa scienza in modo fedele non vedo il pericolo di perdere l’essenza della tradizione yogica.

Il termine yoga significa ‘unione’: unione del corpo fisico con la mente, unione della materia con lo spirito. Yoga è molto di più rispetto ad una posizione assunta con il corpo, il vero yoga è pace, tranquillità interiore, consapevolezza, presenza mentale. Yoga è ciò che siamo veramente, il nostro stato naturale. Yoga è un vero e proprio viaggio spirituale in noi stessi.

Spesso le persone provano una lezione di yoga su consiglio del medico per correggere la postura, altre cercano in questa disciplina una via per dimagrire. Altre ancora vogliono incrementare forza e flessibilità fisica o cercano una via di sfogo dopo una giornata stressante. Alcuni vogliono ritrovare la serenità o la forza interiore. Come insegnante yoga, incontro praticanti molto diversi tra loro! Non solo per le motivazioni elencate prima, ma mi ritrovo a lavorare con persone di età molto diverse, fisici diversi, con situazioni economiche molto diverse tra loro, preparazioni culturali diverse, approcci alla vita diversi, religioni diverse, culture diverse, tendenze sessuali diverse, con biglietti da visita molto diversi tra loro…

Eppure, c’è un grandissimo comune denominatore fra tutte questi esseri (anche se in molti è inconscio): sono tutti alla ricerca di qualcosa di molto più grande, di molto più profondo, di molto più spirituale. Anche quelle che all’inizio sembravano interessati solo a diminuire il giro vita. In fondo, siamo tutti alla ricerca della felicità. Quella vera, autentica. Non tutti ne siamo consapevoli, e non è facile affatto capire la strada da intraprendere per trovarla!

La felicità è un fenomeno esclusivamente mentale. Senza la felicità interiore, un uomo può essere prigioniero delle preoccupazioni  in un ricco castello. Così ci illumina il grande maestro Paramahansa Yogananda.

E così l’insegnante yoga – che indubbiamente deve esser ben preparato sull’aspetto tecnico delle varie asana e anatomico del corpo – non può mettere in secondo piano l’aspetto più profondo e spirituale dell’essere umano con il quale inevitabilmente entra in contatto. Un autentico insegnante yoga deve coltivare la sensibilità verso l’animo umano. Un vero insegnante yoga lavora con il corpo ma ancor di più con le anime delle persone.

Per questo motivo – in quanto insegnanti yoga – abbiamo un grande impegno: approfondire la conoscenza dello spirito umano e praticare quotidianamente (meglio  ancora di istante in istante!) per comprendere la natura della nostra mente, migliorarci e poter così trasmettere un messaggio di valore a chi ci segue. La pratica delle asana dovrebbe essere accompagnata dallo studio della filosofia, dalla meditazione, da una ricerca spirituale completa. Ognuno segua la tradizione e il maestro che meglio risponde alle sue domande ma non possiamo esimerci dall’intraprendere un percorso spirituale. Non se insegniamo la sacra scienza della yoga.

Naturalmente l’insegnante rimane un’anima che fa esperienza in questa dimensione terrena: vive tutte gli alti e bassi della vita, commette errori e si rialza, soffre e torna a gioire…ma dovremmo vivere tutto questo con grande consapevolezza. E un sorriso.

3La morte spiegata alla mie figlie – parte secondaUn mantra può davvero cambiare tutto.

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  • Daniela on I principi etici dello Yoga per mamme (Yama e Niyama) – Satya, la verità4 anni ago

    Grazie Marta per le tue parole, sono fonte di saggezza...

  • Michela on Quello che un insegnante yoga non dovrebbe mai dimenticare5 anni ago

    Bello, grazie! Io é quello che cerco di insegnare ......

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